Chi sono
Venti anni fa ho cominciato a collaborare come consulente legale per le più grandi banche italiane, nella gestione dei crediti bancari di tutti le tipologie (ipotecari, chirografari -cioè senza garanzia-, concorsuali), di tutti i comparti (privati e imprese), iniziando con le pratiche di piccolo importo, e arrivando a gestire posizioni considerevoli (oltre i 5 milioni). Successivamente ho collaborato anche con alcune c.d. “106”, ossia società finanziarie che gestivano crediti di altri o che li avevano acquistati. Valutavo, in media, e definivo, 5-6 pratiche di stralcio al mese.
Questo mi ha permesso di capire come ragionano le banche (e i cessionari di crediti) quando devono valutare un saldo e stralcio (o più in generale una transazione), quale sia o possa essere il giusto prezzo del credito a seconda dell’interlocutore (creditore originario o cessionario del credito), quale sia il momento giusto e l’approccio corretto, oltre a questioni collegate di carattere formale di non minore importanza; spesso ad esempio le trattative “saltano” per atteggiamenti errati del debitore (che “pretende” uno stralcio, che fa il “mercato del pesce” partendo da basi di trattative molto basse e proseguendo con continui rialzi, che attua strategia dilatorie). Tutti elementi acquisiti negli anni e che servono per garantire un risultato positivo.
Come lavoro; debito bancario
Non esistono percentuali “magiche” o valori predefiniti. Ogni posizione deve essere analizzata prima in modo scrupoloso per potere capire quale sia l’esatto “pricing” cioè il corretto importo di chiusura, alla luce delle possibili valutazioni ed eccezioni del creditore; valutazioni del patrimonio aggredibile del debitore, della situazione reddituale, della genesi del debito, di quanto già versato, della classificazione del debito (sofferenza, incaglio-utp, morosità), del momento in cui si fa la proposta oltre che dell’interlocutore (banca, società di recupero, cessionario del credito, società veicolo o di cartolarizzazione) con il quale si deve trattare sono considerazioni da fare prima di contattare il creditore. Si valutano anche le procedure di “sovraindebitamento” ed altre procedure giudiziali, tenendo in considerazione ciò che è più efficace per il cliente ossia può dare i migliori risultati al minore costo.
Per evitare sovrapposizioni dannose agisco con un semplice mandato come unico procuratore per la (o le) posizioni creditorie.
Debito Erariale
La mia esperienza nella gestione di crediti ha portato ad interfacciarmi con realtà (privati o imprese) che avevano spesso altri debiti in primo luogo erariali. Questo mi ha permesso di approfondire la conoscenza della gestione del debito tributario, fatto che mi ha portato poi a collaborare con diversi studi di commercialisti nella gestione di queste posizioni. Per prima cosa viene effettuato uno studio preliminare attraverso il c.d. estratto di ruolo, per poi valutare le strategie (stralcio, ricorso in Commissione Tributaria, Autotutela) necessarie per risolvere il debito e proseguire a lavorare con serenità. Questo vale anche per atti in corso di essere, o per i quali vi è stato un preavviso, come Ipoteche o Fermi Amministrativi.
LEGGI DI PIÙ
Debito Commerciale
Ugualmente, avendo gestito le posizioni del comparto imprese, da anni negozio per conto di PMI debiti commerciali cercando di trovare la giusta soluzione in modo molto più economico e sostenibile rispetto a soluzioni quali (ad esempio) il concordato con continuità.
Tutela delle tue ragioni nei confronti degli istituti di credito
Se invece l’esigenza è quella di valutare il comportamento di un istituto di credito (ad esempio su di una pretesa debitoria, oppure su di una segnalazione indebita effettuata in centrale rischi, o una revoca del fido), allora assieme possiamo valutare la soluzione migliore per la tutela delle sue ragioni, in particolare stragiudizialmente o davanti all’Arbitro Bancario Finanziario
Quanto mi costa?
La prima consulenza è gratuita; se si raggiunge l’accordo il lavoro si divide in due fasi: lo studio della pratica, che ha un costo di 200 Euro (e che copre i costi per le valutazioni patrimoniali o lo studio approfondito della debitoria nel caso di debito erariale) e la consulenza vera e propria. Il pagamento di questa è a success fee, ossia unicamente alla transazione ed è proporzionato alla misura dello stralcio, ossia della soddisfazione per il cliente. Per i debiti commerciali, essendo una istruttoria più semplice non è previsto nemmeno un costo di studio della pratica.
Che tipo di soluzioni ho per risolvere il/i debito/i bancario
Oltre al saldo e stralcio, ossia una transazione dove le parti (in particolare il creditore) fa una concessione al debitore trovando un accordo, la legge concede altre possibilità a seguito della legge sul sovraindebitamento ossia:
- il Concordato Minore (che prima si chiamava Accordo di Composizione)
- Piano di Ristrutturazione dei debiti del Consumatore (che prima si chiamava Piano del Consumatore)
- la Liquidazione Controllata del Sovraindebitato (che prima si chiamava Piano del Consumatore)
Bisogna ricordare che non esiste una soluzione migliore delle altre ma solo una più adeguata. Ovviamente gli accordi previsti da questa legge hanno però quasi sempre dei costi maggiori visto che si tratta di attivare una procedura.
Prevenire è meglio che curare!
Come sempre; ecco perché assieme possiamo pianificare soluzioni legali, economiche e tutelate che vi permettano di non correre rischi con i creditori (di qualsiasi tipo) prima e durante le negoziazioni intervenendo sulla cosiddetta protezione del patrimonio.
Posso gestire il debito anche se ho un pignoramento sull’immobile oppure è troppo tardi?
Certamente anche se, generalmente, custodi e professionisti delegati (per motivi legati ai loro ruoli nella procedura) dicono al debitore di attendere, a quel punto, la fine della procedura. Ma in realtà il bene è e rimane del debitore fino al decreto di trasferimento, dunque vi sono soluzioni fino all’ultimo.
Una volta risolto cancello il mio debito nelle centrali di rischio?
In Italia vi sono diversi sistemi di segnalazione bancari, su tutti CRIF e la Centrale Rischi di Banca d’Italia; la prima è privata e riguarda ogni forma di finanziamento (chirografo, ipotecario, fido, fideiussione ecc.) e funge da archivio; dunque, segnala sia i dati positivi che quelli negativi. La seconda invece si occupa dei medesimi rapporti ma sopra i 30 mila euro e le pratiche a sofferenza sopra i 250 euro. Nella Crif sono riportate anche le richieste di nuovi finanziamenti e quando il debitore non è regolare con i pagamenti, senza che la posizione divenga a sofferenza, per qualsiasi importo.
Una volta perfezionato il pagamento e l’accordo vi sono 24 mesi per la cancellazione in CRIF e 36 per la Banca d’Italia; dunque, non si possono fare cancellazioni automatiche se si paga a stralcio, e bisogna diffidare da chi le promette. Vi sono però altri modi per operare con il ceto bancario in modo regolare, specie con gli istituti che già conoscono il cliente.
Morosità, Utp (ex incaglio), Sofferenza. Cosa cambia?
Sono nomi che vengono dati al debito bancario a seconda della classificazione che ne fa la banca, e si succedono in ordine cronologico
NPL (Non Performing Loans corrispondenti alle vecchie sofferenze) sono crediti di soggetti insolventi o in condizioni equiparate) dunque è lo status più grave. Gli UTP (ossia Unlikey to Pay, corrispondenti ai vecchi incagli ora inadempienze probabili) sono crediti per i quali la banca giudica improbabile l’adempimento integrale senza ricorrere ad azioni quali l’escussione delle garanzie). Infine, vi sono le esposizioni scadute e/o sconfinanti (Past Due o morosità) ossia quelle che eccedono i limiti di affidamento da oltre 90 giorni e/o oltre una predefinita soglia di rilevanza (100 euro per le esposizioni al dettaglio e 500 euro per le esposizioni diverse da quelle al dettaglio -cosiddetta soglia assoluta- oppure l’1% dell’esposizione). Più la classificazione del debito peggiora, e meno attese ha la banca di un rientro in bonis, ovviamente (e maggiore è l’accantonamento del vostro debito nel bilancio del creditore)
C’è un momento “ideale” per proporre la transazione?
Certoamente: nelle trattative il tempismo è tutto e permette di trattare da una posizione di privilegio; attendere potrebbe portare a vantaggi, dato che la banca vi considererà a sofferenza, e dunque accantonerà più perdite sul credito rendendo più agevole la transazione. Tuttavia, se vi fossero già dei costi di procedura anticipati dalla banca questi non sarebbero stralciati dal creditore che li ha anticipati. Inoltre, dopo molto tempo e magari una procedura lunga il creditore che ha atteso tempo per incassare il suo credito non ha quasi mai intenzione di transare. E poi ci possono essere altre varianti (il credito viene ceduto); dunque: chi ha tempo non aspetti tempo, anche solamente per pianificare il migliore momento di chiusura.
Non riesco a contattare il mio attuale creditore!
E’ un tema molto attuale; si stima che, con l’incremento delle posizioni debitorie, una pratica su 3 non abbia un gestore diretto. Le posizioni sono spesso cedute, cartolarizzate, poi ancora rivendute, date in mandato ad altre società, senza che vi sia obbligo di comunicazione ai sensi del Testo Unico Bancario (basta la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale dell’avvenuta cessione in blocco di crediti). Ovviamente tra i miei compiti vi è quello di reperire il nuovo creditore e chi agisce in suo mandato, compito non sempre agevole per il cliente che si trova magari il credito ceduto ad una società 115 Tulps, oppure ad una SPV.
E se il debitore non accetta
Vi è uno strumento detto conversione del pignoramento che viene proposto al giudice e non al creditore e permette, pagando subito un sesto del debito oltre le spese, di ottenere una dilazione sino a 48 mesi.